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ROTA GUIDO raccontata da Javier Tonoli su l'AGRICOLTEUR NORMAND

Rota Guido France
Articolo Rota Guido su Agricolteur Normand

ROTA GUIDO PILOTA 300 UNITA’


Rota Guido, ditta italiana, ha creato a inizio anno la sua filiale francese, con lo scopo di seguire i suoi progetti nell’esagono. Le prime due installazioni sono nella Manche, tra cui l’unità di biogas da 500 kW Gaec Hulmer à Hauteville-la-Guichard. Javier Tonoli, primo commerciale per la Francia, si racconta.

 

Come definireste la ditta Rota Guido?


E’ prima di tutto un’impresa famigliare, fondata nel 1964, e oggi diretta dai figli Alberto e Francesca Rota, la cui sede si trova a Fiorenzuola D’Arda (provincia di Piacenza). Rota Guido ha saputo svilupparsi nei settori delle attrezzature d’allevamento, dell’ambiente e delle energie rinnovabili. Siamo 200 dipendenti. Per quanto riguarda la metanizzazione, siamo in grado di sostenere un progetto dalla A alla Z sia per il biometano che per la cogenerazione.

 

Come mai Rota Guido si è sviluppato in Normandia e soprattutto nella Manche?


La nostra attività principale sono le strutture per allevamenti, da 55 anni ormai. E la gestione delle deiezioni e dei liquami viene svolta da più di 50 anni. Quando si è sviluppato il mercato del biogas, ci siamo subito interessati.

Oggi, questo settore rappresenta il 50% dell’attività dell’impresa.


Dalla Loira a Pas-de-Calais, la Normandia si trova nel mezzo, ed è là che si trova il 60% dei bovini. Con la realizzazione della nostra prima unità Gaec Hulmer a Hauteville-la-Guichard abbiamo un’ottima referenza. Si tratta di una centrale di biogas per la produzione di energia elettrica e termica a partire da deiezioni d’allevamento e da biomassa vegetale. Questa unità è composta da un digestore primario e da un digestore secondario di 24m, una tramoggia di carico, una stazione di separazione post-digestore e un motore da 500kW. La seconda realizzazione nella Manche è più piccola, 250kW. Ma gli allevatori hanno 7 anni d’esperienza nella metanizzazione. Il fatto che si siano rivolti a noi per i loro investimenti, è un bel segno di fiducia. Attualmente, siamo a 300 unità in funzione, e in Normandia abbiamo una decina di progetti.


Cosa vi distingue dagli altri costruttori?


All’inizio, le ditte poco serie sono sparite. Ormai, le ditte che si occupano di questo tipo di progetti sono ditte solide. Noi possediamo una competenza globale, ma ognuno ha la sua particolarità. Per quanto ci riguarda, la nostra esperienza parte dagli allevamenti. Siamo gli unici costruttori di impianti biogas in grado di intervenire negli allevamenti, è il nostro lavoro di base. Costruiamo ruspette, progettiamo le attrezzature, siamo in grado di seguire l’evoluzione dell’azienda. Come le altre ditte, abbiamo anche noi degli ingegneri , ma abbiamo i nostri propri processi e offriamo in più il nostro savoir-faire d’allevatori, possediamo conoscenze dei bovini che gli altri non hanno. E’ un vantaggio non trascurabile.
Lavoriamo assieme a dei partners, ma garantiamo un solo interlocutore in grado di gestire le varie fasi.

Ci impegniamo a fornire determinate prestazioni. In definitiva, è il cliente che sceglie. I due progetti seguiti nella Manche si sono avvalsi di due costruttori diversi del genio civile.

Sappiamo come lavorare con entrambi.

 

Per rinforzare la vostra presenza nell’esagono avete creato Rota Guido Francia. Per quali motivi?

Tutto è collegato, possiamo eseguire delle assistenze a distanza. Rota Guido France seguirà le aziende dei suoi clienti francesi col suo proprio personale dal servizio post-vendita. Lo facevamo già prima dall’Italia. Dal momento che abbiamo delle unità in Francia, abbiamo deciso di fondare questa filiale che permette di offrire dei servizi e di “accompagnare” gli allevatori francesi. Io sono di primo dipendente di questa società.

 

Quali cambiamenti porterà la metanizzazione?

La metanizzazione cambierà l’agricoltura francese, e in particolare l’allevamento. Il prezzo della carne, del latte, dei cereali variano in funzione dei momenti di crisi. Qui c’è un rientro economico lineare da 20 anni, ed è quello che consentirà alle aziende di uscire dalla crisi. L’allevamento e l’agricoltura devono essere trasformati dalla metanizzazione, fornendo anche una risposta ai problemi ambientali e alle richieste della società, una società che vede l’allevatore soprattutto come un inquinatore. Con la metanizzazione, l’allevatore francese diventa un attore principale del cambiamento e dell’equilibrio della biodiversità con le energie rinnovabili.


L’immagine diventa più verde?


In passato, le deiezioni che vengono trattate in un’unità di metanizzazione, ponevano delle difficoltà in termini di spandimento, di trattamento, di scolo nei corsi d’acqua…queste stesse deiezioni permettono di creare valore. Con il biogas, ciò che era un problema diventa ora una risorsa.Per esempio, nell’unità di Gaec Hulmer, non esce una sola goccia dall’impianto.Tutto è convogliato direttamente nel digestore per produrre energia. Diventiamo generatori di energia verde. Da qui al 2030, la Francia avrà un ruolo da protagonista poiché è terra di allevamenti. Recupererà i 15 anni di ritardo sui tedeschi e i 10 anni sugli italiani.

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